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Il conscio e l’inconscio

tratto da “La storia di Giovanni e Margherita

L’individuo – salvo le difficoltà ad accedervi – è ‘conscio’ di tutto il suo sapere.


Egli però esprime questo sapere su due diversi piani: il piano della conoscenza esistenziale e il piano della conoscenza concettuale.


Il sapere esistenziale coincide con ciò che la scienza convenzionale definisce inconscio, e il sapere concettuale con ciò che definisce conscio.


Attraverso il sapere esistenziale (inconscio) l’individuo si muove sul mero piano della realizzazione dei suoi desideri, che cerca di attuare mediante un utilizzo più fortemente strumentale delle sue conoscenze.


Egli, cioè, sul piano della conoscenza esistenziale, e attraverso le forme del conoscere, adatta continuamente il suo sapere alle varie situazioni in una maniera che gli consenta di salvaguardarsi e privilegiarsi.


La conoscenza esistenziale si sostanzia in un numero elevatissimo di tecniche e di strategie comportamentali sviluppatesi nel corso dei millenni, e ciascun individuo, per quanto incapace di capirle a livello concettuale, ne è padrone ed è abilissimo nel porle in essere.


Questo per il semplice motivo di avere rispetto a esse un filo conduttore certo rappresentato dalle sue esigenze, che conosce bene, e rispetto alle quali, di solito, non ha dubbi.


A causare la grande evoluzione del sistema intellettuale esistenziale è proprio la forte determinazione con cui ogni individuo persegue i suoi fini.

È questa determinazione che, nell’incontro\scontro degli individui, produce la necessità di strategie comportamentali, prima individuali e poi sociali, sempre più raffinate e complesse.


Il comportamento quindi, in quanto diretta espressione della conoscenza esistenziale, è portatore nell’individuo di un livello elevatissimo di ‘consapevolezze’ che generalmente sul piano concettuale non è in grado di decodificare.


Fino al punto che, benché vittima ‘ignara’ delle culture, arriva ad adoperarle, esse finzioni, di nuovo come finzioni.


Tant’è che sovente si parla di codice comportamentale o di linguaggio in codice come di qualcosa che, decodificato, evidenzia strategie estremamente complesse anche in individui semplici.


La possibilità di basare il comportamento sulla mera conoscenza esistenziale è però ora in crisi a causa dell’attuale, più evoluta democrazia.

Le culture precedenti infatti, essendo caratterizzate da un livello di mediazione stabilizzatosi nei secoli, si svolgevano sul piano del sapere esistenziale (inconscio) in una misura di gran lunga maggiore di quella oggi possibile.


In esse, affermatisi i vari rapporti di forza e stabilitisi i ruoli, scattava la celebrazione ‘inconscia’ delle finzioni dell’altruismo\culture attraverso le quali ciascuno cercava di sopravvivere o di vivere il più possibile in quell’ambito di equilibri prevaricatorii all’infinito che nessuno pensava di poter mettere in discussione.


  • Avv. Alfonso Luigi Marra

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