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Il tempo, lo spazio, la materia, l’energia

tratto da “La storia di Giovanni e Margherita”

Circa cosa è il tempo

La realtà muta continuamente la sua forma.


Questi mutamenti di forma della realtà non sono tutti tali che gli uomini li possano percepire.


Ad esempio, la realtà intorno a noi muta di forma perché gli animali si muovono, o le cose leggere vengono spostate dal vento, o perché il sole o la luna o le stelle si spostano nel cielo; e tutto ciò può essere approssimativamente percepito.


Non possiamo però percepire il muoversi delle entità minime all’interno degli oggetti, così come non possiamo percepire i mutamenti che avvengono fuori dalla portata della nostra vista, o su di un continente lontano.


La realtà inoltre assume periodicamente forme che sembrano ripetersi identiche.


Ad esempio, ogni giorno spunta il sole, e la realtà, da questo punto di vista, riassume la stessa forma del giorno prima.


Nel mentre però, durante ogni giorno che si ripete, avvengono miriadi di mutamenti, alcuni dei quali ricorrono innumerevoli volte, come le onde del mare, e altri che hanno una ciclicità più lunga, come la crescita delle piante.


Gli uomini e le altre entità viventi hanno dovuto pertanto ‘convenire’ una forma del conoscere\cultura che consentisse di rapportarsi correttamente fra loro e con questi continui e complessi mutamenti della realtà.


Questa forma del conoscere, modo di vedere, di percepire mentalmente, di pensare, la realtà, è il concetto di tempo.


Il tempo, cioè, è un codice\cultura per individuare le varie forme che la realtà assume ‘istante per istante’.


Ovvero, non esiste alcuna entità autonoma tempo, ma esiste solo una cultura del tempo come convenzione fra gli uomini allo scopo di classificare le innumerevoli forme della realtà che si succedono.


La realtà, in quanto composta unicamente di entità minime in movimento continuo, muta continuamente nella forma, ma giammai nella sostanza.

Le entità individuali minime, gli astri, le persone, si organizzano, si modificano, si riproducono e si decompongono, causando con il loro ‘vivere’ eterno i continui mutamenti di forma della realtà.


Gli uomini allora hanno classificato le varie forme che la realtà assume continuamente a grandissima velocità individuandole con i vari ‘istanti’ del tempo.


Ogni attimo di quel che noi definiamo tempo è cioè un numero di codice che attribuiamo a una fase di sviluppo della realtà, ovvero a una certa forma della realtà.


Ad esempio, se diciamo: 1 gennaio 1800, ore 13, con questo ‘numero di codice’ abbiamo inteso identificare la forma che la realtà aveva in quella fase dello sviluppo.


Ne deriva che quello che noi definiamo scorrere del tempo non è che il succedersi delle forme infinite della realtà.


La forma del conoscere\cultura dello ‘scorrere del tempo’ corre nella stessa ‘direzione’ dello ‘scorrere della realtà’: la direzione dello sviluppo.

  • Avv. Alfonso Luigi Marra

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